Restauro del Complesso turistico ricettivo
TERME PUTEOLANE
La balneazione marina come quella termale, si è sviluppata, in Campania, senza un preciso piano, né nell’ambito di un progetto complessivo della regione né tantomeno di settore. Soltanto nel 1928, con il Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana di Idrologia, Climatologia, Terapia Fisica e dietetica, si è tentato, con un approccio razionale al problema, di tracciare le linee di sviluppo di questa attività che andava assumendo una importanza notevole nell’economia nazionale specialmente nella zona dei Campi Flegrei.
In questa prospettiva e sulla scia di una tradizione turistico-termale tanto antica, risalente all’età classica, quando imperatori e nobili romani erano soliti “svernare” nelle ridenti località della Campania Felix, fruendo, dove possibile, di salubri acque termali, nel 1929 fu iniziata, su progetto dell’architetto Federico Sabino, la costruzione delle Terme Puteolane in stile Liberty in bianco e rosso pompeiano, che ben si prestava alle esigenze di eleganza e soprattutto di funzionalità richiesta ad una struttura con tale destinazione. Essa era infatti l’unica ad avere le stanze da letto degli ospiti comunicanti direttamente con le camere delle terapie, mentre per chi non era ospite dell’albergo vi erano stanze dove potersi riposare dopo le cure termali.
Nel passato, il bagno, noto anche con nome di “zuppa d’uomini”, costituiva l’antica sorgente, di proprietà dell’Università di Pozzuoli, ubicata sotto delle arcate della via Regia. Il bagno fu restaurato dal viceré don Pedro Alvarez del Toledo nel 1540.
Notizie di archivio testimoniano che l’amministrazione comunale di Pozzuoli, dal secondo decennio dell’ottocento, trascurò l’utilizzazione della sorgente per incrementare quella del tempio di Serapide. Solo nel 1929-19230, a cura di Crescenzo D’Alicandro e su progetto dell’architetto Federico Sabino2, fu costruito l’elegante complesso, la cui facciata principale, in perfetto stile liberty, risente fortemente nella scelta dei colori e delle decorazioni della cultura architettonica-archeologica di Pompei: il rosso ed il giallo del prospetto, cadenzati dalle bianche paraste con capitelli ionici, sembrano tratti direttamente dagli scavi vesuviani. Del resto anche a Pozzuoli, come a Napoli ed in altri centri di produzione europea “la suggestione di Pompei significa anche profondo rinnovamento dei modelli decorativi”3.
Nei volumi di archivio della Capitaneria di Porto di Napoli, è possibile osservare una pianta dello stabilimento, d’un piano e adagiato sul litorale (oggi l’edificio ha più piani, si apre su una via a qualche metro sul livello del mare). Lo stabilimento fu occupato dai tedeschi. Minato all’atto della loro ritirata, come altri edifici della zona; fu salvato dalla disponibilità di un ufficiale germanico, alimentata dai giorni di familiarità con gli occupati, il quale preferì incendiare lo stabilimento, consentendone il salvataggio alla partenza della truppa (ne resta traccia nell’avvallamento della pavimentazione d’ingresso).
Terme Puteolane 1929-1930- Prospetto su Corso Umberto I – Disegno originale dall’archivio personale
Le acque del nuovo complesso sgorgavano ad una temperatura di 50-60° ed erano utilizzate per curare malattie artroreumatiche, per fanghi e inalazioni, venivano raffreddate mediante un sistema di pompe e di vasche a tre piani.
“Le attuali Terme sorgono sullo stesso sito degli antichi bagni Subveni Homini (soccorri l’uomo) che, come sottolinea il nome, soccorrevano per le spiccate qualità terapeutiche delle acque. L’edificio attuale sorge sul sito dell’antico stabilimento medievale. Situato “sotto il ponte eretto alla fine del monte Olibano” (II Epitaffio, nono bagno), subì una forte battuta d’arresto in seguito all’eruzione del Monte Nuovo nel 1538. Due anni dopo, però, Don Pedro de Toledo ne curò il ripristino. Fu poi il Bartolo, su commissione del viceré Don Pedro de Aragona, ad articolare in più ambienti il bagno, allora dotato di una sola vasca e per questo popolarmente denominato “Zuppa d’uomini”.(…) Successivamente il sito fu smembrato fino a essere completamente abbattuto” (Tratto da: Paolo Caputo e Maria Rosaria Pugliese “La via delle Terme” Proposte di itinerari nell’area flegrea dall’antichità ad oggi – Tullio Pironti Editore).
A testimonianza di questa fase del complesso è la seguente pubblicità del 1934 ad opera di Richter & C, attiva a Napoli come casa editrice e tipografia, lavorando per il settore turistico negli anni della Belle Époque: qui si nota già la presenza di una pedana a mare e l’approdo di barche.
Terme Puteolane, Richter & C, Napoli, 1934
Se nel periodo prebellico le Terme conobbero un momento felice grazie anche alla visita di personalità politiche illustri, durante la Seconda Guerra Mondiale l’edificio fu prima occupato ed in parte incendiato dai nazisti, poi rischiò di essere bombardato dagli Alleati che miravano ai vicini stabilimenti dell’Ilva di Bagnoli e a quelli meccanici di Pozzuoli.
Sotto gli Angloamericani le Terme Puteolane furono sede di feste ed intrattenimenti e negli anni ’50 vissero una nuova felice stagione. Le seguenti cartoline datate 1950 mostrano l’edifico ampliato di un nuovo corpo che realizzato in stile ma con struttura non più in muratura portante, ma con telaio in pilastri e travi in c.a, con la quale si configura la corte trapezoidale interna.
Il complesso è gestito in questo periodo dalla “Società Gestione Terme Puteolane dei Fratelli D’Alicandro s.n.c.”.
Cartolina 1950
cartolina 1950