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Restauro del Convento Istituto Ancelle del Sacro Cuore Beata Caterina Volpicelli

Materdei – Napoli

 

Il convento Ancelle del Sacro Cuore Beata Caterina Volpicelli è fondato in un edificio di culto a Materdei, in largo Caterina Volpicelli n°7, Napoli.

E’ uno dei quartieri di Napoli , dolcemente adagiato tra il colle di Fonseca area esterna alla città murata, ed il colle della salute. E’ costituito da una zona a valle, che termina con via Santa Teresa degli Scalzi, più antica, e da una porzione a monte, edificata prevalentemente dopo il secondo conflitto mondiale con pregevoli edifici e parchi che si ispirano allo stile liberty tipico dell’edilizia di Napoli della prima metà del Novecento. Il nucleo più antico e radicato appartiene al quartiere Stella mentre la parte più moderna al quartiere Avvocata.

Epicentro di vita culturale e distrettuale di questo comparto urbano è piazzetta Materdei, sulla quale affacciano il monastero dei Padri Serviti, la chiesa di Santa Maria di Mater Dei, il Palazzo Medici ed il Palazzo Schettino. Esso rappresenta un importante scalo di collegamento tra la città antica confinata dal complesso monastico di San Raffaele ed i quartieri alti di fondazione novecentesca.
Con la sua altimetria ha rappresentato un limite allo sviluppo immobiliare della città, ma che al tempo stesso è risultato organico alla metropoli con l’avvento delle rettifiche e delle creazioni di singoli tracciati, modificando definitivamente lo scenario delle colline.

Caterina Volpicelli, nasce a Napoli (Port’Alba) il 21 gennaio 1839 da Pietro e Teresa de Micheroux. Ebbe nella sua famiglia, appartenente all’alta borghesia, una solida formazione umana e religiosa. Nel Reale Educandato di S. Marcellino, sotto la guida sapiente di Margherita Salatino (futura fondatrice, con P. Ludovico da Casoria O.F.M., delle Suore Francescane Elisabettiane Bigie), apprese le lettere, le lingue e la musica, cosa non frequente per una donna del suo tempo.

Guidata poi dallo Spirito del Signore, che le rivelava il progetto di Dio attraverso la voce di sapienti e santi Direttori spirituali, Caterina, che intanto si accaniva a rivaleggiare con la sorella e a brillare nella società, frequentando teatri e spettacoli di danze, rinunciò con prontezza agli effimeri valori di una vita elegante e spensierata, per aderire con generosa decisione ad una vocazione di perfezione e di santità. L’incontro occasionale con P. Ludovico da Casoria il 19 settembre 1854, a « La Palma » in Napoli, fu, come affermò la stessa Beata, « un tratto singolare di grazia preveniente, di carità e di predilezione del Sacro Cuore innamorato delle miserie della sua Serva ». Il Beato l’associò all’Ordine Francescano Secolare e le indicò, come unico scopo della sua vita, il culto del Sacro Cuore di Gesù, invitandola a restare in mezzo alla società, nella quale doveva essere «pescatrice di anime ». Guidata poi dal suo confessore, il barnabita P. Leonardo Matera, il 28/05/1859 Caterina entrò tra le Adoratrici perpetue di Gesù Sacramentato, uscendone però ben presto, per gravi motivi di salute.

Altro era il disegno di Dio su Caterina. Lo aveva ben intuito il Beato Ludovico che spesso le ripeteva: «Il Cuore di Gesù, o Caterina, questa è l’opera tua! ».
Su indicazione del suo confessore, la Volpicelli, conosce il foglio mensile dell’Apostolato della Preghiera in Francia, ricevendo da lui notizie dettagliate della nascente Associazione, con il diploma di Zelatrice, il primo giunto a Napoli. Nel luglio del 1867, P. Ramiére visita il palazzo di Largo Petrone alla Salute, in Napoli, dove Caterina sta meditando di stabilire la sede delle sue attività apostoliche « per far rinascere nei cuori, nelle famiglie e nella società l’amore per Gesù Cristo ».

L’Apostolato della Preghiera sarà il cardine dell’intero edificio spirituale di Caterina, che le consentirà di coltivare il suo ardente amore per l’Eucaristia e diventerà lo strumento di un’azione pastorale avente le dimensioni del Cuore di Cristo e perciò aperta ad ogni uomo, sempre a servizio della Chiesa, degli ultimi e dei sofferenti.

Con le prime zelatrici, il 1° luglio 1874 Caterina fonda, con l’aiuto del suo confessore, P. Leonardo Matera, il nuovo Istituto delle “Ancelle del Sacro Cuore”, approvato in primo tempo dal Cardinale Arcivescovo di Napoli, il Servo di Dio Sisto Riario Sforza e, in seguito, il 13 giugno 1890, da Papa Leone XIII (Vincenzo Gioacchino Pecci, 1878-1903), che accorda alla nuova Famiglia religiosa il « Decreto di lode ». In breve tempo aprì altre case: a Napoli nel Palazzo Sansevero e poi presso la Chiesa della Sapienza, a Ponticelli, dove le Ancelle si distinsero nell’assistenza alle vittime del colera del 1884, a Minturno, a Meta di Sorrento e a Roma. Il 14 maggio 1884 il nuovo Arcivescovo di Napoli, Cardinale Guglielmo Sanfelice, O.S.B., consacrò il Santuario dedicato al Sacro Cuore di Gesù, che la Volpicelli aveva fatto erigere accanto alla Casa Madre, destinandolo particolarmente all’adorazione riparatrice chiesta dal Papa per il sostegno della Chiesa, in un’epoca difficile per la libertà religiosa e per l’annunzio del Vangelo. La partecipazione di Caterina al Primo Congresso Eucaristico Nazionale celebratosi a Napoli nel 1891 (19-22 novembre), fu l’atto culminante dell’apostolato della fondatrice delle Ancelle del Sacro Cuore; in quell’occasione allestì una ricca esposizione di arredi sacri, destinati alle chiese povere, organizzò l’adorazione Eucaristica nella cattedrale e fu l’animatrice di quel gran movimento di anime che sfociò nell’impressionante « Confessione e Comunione generale ». Caterina Volpicelli muore a Napoli il 28 dicembre 1894 .

 

 

L’intervento di restauro, sebbene interessi, al momento, solo le facciate visibili dalle pubbliche vie, così come da Decreto Sostegni ter e Decreto Superbonus, contempla una visione d’insieme dell’intero complesso monastico. L’edificio religioso non subirà alterazioni prospettiche, bensì sarà oggetto di una riqualificazione complessiva che prevede, tra l’altro, anche interventi di “restauro di liberazione” laddove sono stati trovati elementi non congrui con i caratteri storici dell’edificio. Ogni facciata sarà oggetto di intervento di restauro delle superficie e degli intonaci, sotto la guida di un restauratore qualificato: le cornici delle finestre ed i cornicioni saranno ripristinati secondo il disegno originario e, laddove necessario, saranno ricostituiti gli abachini e le grondaie per ovviare al problema dell’umidità da infiltrazione e delle relative “colature”. Il prospetto principale che mostra epigrafi ed edicole votive, costruite in tempi successivi alla prima fondazione, sarà oggetto di restauro nelle sue diverse stratificazioni storiche.

Il prospetto laterale su vico Caterina Volpicelli, che presenta una complessa articolazione delle bucature, talvolta, in spregio al fregio decorativo della parte sommitale, sarà oggetto di un intervento di restauro conservativo: le bucature, sebbene molto articolate e, talvolta, non rispondenti ad un preciso disegno ed allineamento, sono tutte storicizzate: si ritrova, per ognuna di esse, elementi quali cornicioni, aggetti e davanzali, appartenenti alla tradizione storica costruttiva della fine dell’800 ed inizio ‘900.

Anche il prospetto sul retro è stato inserito nel progetto di restauro e riqualificazione: qui sono presenti alcuni interventi di “liberazione” degli elementi incongrui.

Il prospetto laterale è il prospetto più degradato che, allo stato dei luoghi non presenta alcun tipo di protezione lasciando a vista lacerti di rinzaffo di intonaco o addirittura i conci di tufo. Di seguito si riposta la simulazione del prospetto retro.