Lido Augusto
Pozzuoli
Lo stabilimento balneare Lido augusto ,ex Lido Raja, compreso tra la Ferrovia Cumana ed il mare, caratterizza una striscia di terreno della lunghezza di circa trenta metri e larga cinque metri.Il complesso edilizio è in stato di abbandono dopo i gravi dissesti che ha subito a causa di una serie di mareggiate che hanno causato la emissione di ordinanze sindacali dichiaranti la inagibilità dello stabilimento. L’entità dei danni subiti, in uno con la necessità di un radicale intervento edilizio che, nel risanare le strutture portanti, aggiornasse alle normative intervenute i percorsi interni dello stabilimento permettendo lo sviluppo dell’attività balneare conformemente alle originarie destinazioni d’uso, ne ha impedito l’uso, in attesa che venissero reperiti i fondi per l’attuazione di un progetto di manutenzione straordinaria.
Lo stabilimento si sviluppa su una linea di costa di circa 200 metri, su tre livelli. Il livello più basso è seminterrato, di altezza media netta interna di 2,05 mt., venendo dalla striscia di terreno che collega l’area a contato con l’Istituto Vittorio Emanuele si incontra una scala scoperta della larghezza di 2,10 mt. che permette la discesa al livello del piano seminterrato, dove c’è la banchina ed una prima sequenza di 12 cabine spogliatoio della larghezza media interna di 1,40 mt e della profondità di 2.40 mt, proseguendo si incontra una seconda scala scoperta della larghezza di 1,40 mt., per mezzo della quale si può salire al piano terra, vi è poi una nuova sequenza di 25 cabine delle dimensioni medie interne da 2.80 mt x 2.00 mt.
Lo stabilimento ha la caratteristica di essere caratterizzato da una molteplicità di nuovi materiale che entrano a far parte della struttura del Lido, si è scelto in questa sede, a titolo esemplificativo, di concedere spazio alla trattazione esclusivamente del calcestruzzo in quanto significativo del generale degrado in cui versa l’intera struttura balneare. Il calcestruzzo è il materiale più impiegato nello stabilimento balneare, presenta un quadro clinico del degrado legato essenzialmente alle aggressioni esterne che mettono in gioco innumerevoli variabili fisiche ed ambientali che di fatto hanno impedito il naturale invecchiamento del manufatto architettonico di cemento. Le manifestazioni di degrado sono legati essenzialmente alla variazione della risposta dei materiali alle sollecitazioni esterne, ossia a modificazioni irreversibili della struttura fisico-chimica dei manufatti. Anche una lieve diminuzione del valore pH, per azione di gas acidi e di cloruri, innesca complessi fenomeni di corrosione delle armature con formazione di ossidi, aumento di volume della massa ferrosa, tensioni disgregative nel copriferro e in generale peggioramento progressivo dello stato di degrado. La mancata durata del cemento armato nella struttura del Lido Augusto è, infatti, riconducibile, in linea di massima, all’azione disgregativa degli agenti atmosferici, particolarmente caratterizzati dai cloruri provenienti dalla vicinanza del mare, nonché alle sopraggiunte variazioni di carico nella struttura, e al formarsi di fessurazioni che hanno agevolato la corrosione delle armature.L’ambiente aggressivo della contrada di Lucrino, ormai completamente urbanizzata, ha innescato il fenomeno della carbonatazione, aggravato dalle crescenti quantità di anidride carbonica presenti nell’aria che, hanno ridotto il valore alcalino del calcestruzzo e indebolito la superficie del copriferro. La velocità del processo di carbonatazione è dipesa, inoltre, dalla non eccessiva compattezza del calcestruzzo originario, dal dosaggio del cemento e dal grado di confezionamento eseguito negli anni Trenta. Un fattore rilevante del degrado è caratterizzato dai cloruri presenti nell’acqua di mare per di più aggiunti, per funzione antigelo, già in fase di gettata del calcestruzzo.
I risultati delle analisi sul degrado del cls, nonché tutta l’evoluzione storica dell’architettura balneare degli anni Trenta, ci inducono alla convinzione che il restauro dello Stabilimento balneare Lido Augusto deve incentrarsi sul binomio inscindibile tra la struttura architettonica ed il suo mare, in origine, il principale fattore di sviluppo, oggi la prima causa del degrado e deperimento.In questo quadro, l’acqua deve recuperare il suo valore di risorsa e di elemento positivo per l’intero complesso balneare, che dovrà essere, così, capace di attrarre un’ampia gamma di attività e di persone, come vero e proprio laboratorio e punto di forza per il successo di interventi sul costruito moderno. Attraverso il rapporto con l’acqua, si agevola la riscoperta dell’identità di un luogo e la sua riappropriazione da parte della comunità flegrea, che dovrà creare attorno ad essa una nuova centralità urbana, economica e turistica. Il terreno della relazione tra il complesso balneare ed il suo litorale è quindi un autentico banco di prova dei processi di modernizzazione di un paese che però non perde di vista il suo moderno passato.
Il progetto di manutenzione straordinaria del complesso balneare che si descriverà nel seguito è stato basato sullo studio dei progetti originari dell’ing. Raja e della documentazione iconografica e della evoluzione del territorio nel quale ha sede. Le soluzioni che si propongono ripristinano le scelte originariamente adottate dal progettista dell’epoca, permettono il risanamento strutturale per mezzo di una puntuale azione volta al ripristino delle soluzioni strutturali ammalorate ed alla ricostruzione di quelle ormai crollate o irrecuperabili, con l’inserimento di elementi strutturali riparativi e/o integrativi, infine il progetto non può prescindere dalla completa rinnovazione degli impianti.
L’approccio metodologico di progetto è quello del restauro filologico, “come era e dove era”. Infatti, nel rispetto dell’immagine del manufatto architettonico, si è previsto di lasciare inalterati i rapporti vuoto/pieno che caratterizzano la facciata dell’immobile. L’ingresso principale allo stabilimento balneare avverrà dal sottopasso esistente al di sotto della Ferrovia Cumana, e proveniente dal Parco De Luca, che sarà adeguato al passaggio pedonale realizzando anche una rampa per l’accesso del portatore di handicap motorio. Nell’ottica della metodologia progettuale del restauro filologico, rispecchia la configurazione del progetto originario, ad eccezione di quei volumi, che per motivi di normativa ed abitabilità, saranno utilizzati come depositi e non più come le originarie cabine-spogliatoio.
Il livello “1” (corrispondente alla quota +3.50 mt s.l.m.), con il lungo porticato, viene riportato alla sua funzione di percorso orizzontale, le cabine saranno rimodulate al loro interno alle esigenze della nuova fruizione.
In questa ottica, il progetto prevede il cambio di destinazione d’uso delle cabine in unità ricettive a rotazione d’uso, conformemente a quanto previsto nelle Norme di Attuazione del PRG del Comune di Pozzuoli. Parte di dette unità son previste su un unico livello (simplex) e parte su due livelli (livello 1 e livello 2 – duplex), quest’ultime con collegamento verticale interno. Le unità ricettive e i relativi servizi sono derivate dell’accorpamento delle ex cabine, in considerazione dei requisiti minimi dimensionali richiesti dalla normativa vigente.
Nel corpo centrale, oltre alla ricostruzione della caratterizzante scala a tenaglia centrale, saranno realizzati due ascensori interni, di tipo panoramico, che permetteranno l’accesso sia al piano superiore dove è posizionato un punto bar, sia il raggiungimento della quota inferiore per l’accesso alla banchina. Nell’area ovest dello stabilimento, i volumi saranno destinati principalmente a servizi di ristorazione e bar. Gli uffici e le collegate attività amministrative troveranno collocazione nell’area centrale, al piano “0”. Il livello “2” (corrispondente alla quota +7.05 mt s.l.m.) riprende in grandi linee il progetto originario, ottimizzando gli spazi e i collegamenti. Sarà quindi caratterizzato da un filare dei secondi livelli delle unità ricettive del primo livello, posto al margine est dello stabilimento. L’altezza interna delle unità a rotazione, senza modifiche della volumetria e dell’altezza dell’edificio, sarà rimodulata in conformità alle normative vigente relativamente alle destinazioni d’uso previste. Nell’area ovest, sopra la zona ristorazione, nei volumi esistenti sarà insediata un’area “fitness” coperta composta da bagno turco, massaggi, sauna, attrezzistica, sulle aree scoperte, verranno invece installate attrezzature per l’attività all’area aperta.
I materiali che saranno utilizzati rispetteranno la tipologia costruttiva originaria, e i dettami del P.T.P. pertanto: le scale saranno rivestite in pietra naturale di colore chiaro, le ringhiere dei parapetti e delle scale saranno a disegno semplice in ferro tinteggiato, sui terrazzi del fabbricato le pavimentazioni sono previste in getto di cls opportunamente trattate con colori chiari, nei locali W.C. e servizi umidi le pavimentazioni ed i rivestimenti saranno in tessere a mosaico; nei bar e nel ristorante sono previsti pavimenti in marmo, gli infissi saranno generalmente in legno, ad esclusione delle porte dei depositi. Le finiture non elencate sopra saranno del tipo civile e caratterizzate dalla presenza di intonaco tinteggiato in colori chiari.